Parto col Mac: cosa devo fare?

Premessa.

Come ho spiegato già in diversi post della lunga serie «aperto per ferie» – trovi gli ultimi qui e qui – quando vado in vacanza prendo con me tutto quello che mi serve per lavorare una o due ore al giorno, che è un perfetto equilibrio per me tra il bisogno di riposarmi e quello di non tornare ed essere assalito dal lavoro.

Quest’anno per fortuna che ho operato in questo modo, di ritorno dalle prime due settimane a Marcelli ho avuto l’agenda completamente murata: se non mi fossi messo avanti un minimo, sarebbe stata una «tragedia». 

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Cose da fare prima di partire.

Uno o due giorni prima di partire, è bene fare qualche operazione sul Mac o comunque sul computer che ti porti dietro.

La prima cosa è fare un bel backup su un disco esterno, che puoi anche lasciare a casa, ma che ti sarà utile per ripristinare il computer in caso di problemi, resi magari anche un pelino più probabili per via del viaggio.

Su Mac, i backup si fanno egregiamente con utility come carbon copy clonereste, che fanno una copia integrale del disco, o clone: ne ho parlato qui.

Fatto il backup, che è la cosa più importante, è bene guardare gli aggiornamenti, innanzitutto partendo dal sistema operativo: è bene aggiornarlo prima di partire, trattandosi di solito di molti giga di roba.

Altre applicazioni che personalmente aggiorno prima di partire sono quelle che uso di più proprio quando lavoro da remoto, tra cui:

– quelle di videocall come zoom o skype;

– zoiper per le chiamate voip – sul voip puoi leggere anche questo post e quest’altro.

Per aggiornare le applicazioni del Mac, esiste un’utility molto interessante, di cui ti parlerò in un prossimo post, che si chiama MacUpdater, che uso regolarmente su tutte le mie macchine.

Un’ottima idea è anche quella di lasciare il Mac acceso in modo che Dropbox sincronizzi in locale tutte le modifiche operate al tuo file System o da te stesso su altre macchine o dai tuoi colleghi o dal personale, in modo da partire con il tuo Mac ben sincronizzato con i tuoi dati.

Cosa portare con te.

Il Mac che porto con me è il mio amato MacBook 12, che è perfetto per situazioni come queste, essendo leggerissimo e piccolissimo.

Oltre al Mac, prendo con me quanto segue:

– un hub usb C, necessario in quanto il MacBook 12 ha solo una porta USB tipo C;

– la mia amatissima trackball mx ergo di Logitech: io la uso anche a casa, ma in viaggio è ancora più adatta perché non sai mai su quale superficie dovrai lavorare;

– un paio di cuffie col filo: preferisco usare cuffie col mini jack perché per lavoro sono sempre le più affidabili, non voglio ritardare una call solo perché il bluetooth mi sta dando problemi o le cuffie sono poco cariche – le mie sono di qualche anno fa, tipo queste.

– un paio di cuffie BT con sistema di riduzione del rumore, da utilizzare nel caso mi trovi a lavorare in mezzo alla confusione; da questo punto di vista, consiglio sempre le Bose QuietComfort.

– naturalmente, tutto quanto serve per ricaricare queste periferiche e le altre che porterò comunque con me per uso misto o personale – a questo riguardo ti consiglio un hub USB, l’ultimo che ho comprato, apposta per quando vado via, è questo, che ha il vantaggio di fare anche da base di ricarica wireless.

Conclusioni.

Buone ferie a me e a te.

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10 cose su vendere on line.

1) La prima cosa da dire é che vendere online non è quasi per niente diverso dal vendere off line: valgono più o meno le stesse
considerazioni e le stesse regole.

2) Piuttosto, la possibilità di vendere on line ha facilitato molte cose: puoi comunicare molto più agevolmente col pubblico dei tuoi potenziali clienti, da un lato; inoltre, dall’altro, puoi raggiungere, grazie alla logistica, molte più persone di quelle che potevi contattare prima.

3) La vendita, alla sua base, rimane un fenomeno emozionale: nessuno compra per motivi logici la cosa più conveniente, tutti comprano la cosa che piace loro di più o dal venditore con cui sono più in risonanza.

4) Te lo ribadisco, perché è bene che te lo metti in testa per bene: nelle vendite, come in qualsiasi cosa della vita, la ragione sceglie, ma l’emozione decide.

5) La prima vendita non ti serve mai per incassare dei soldi, ma per creare un cliente. Capisci la differenza?

6) Quando crei un cliente, stai gettando le basi di un business ricorrente, basato su persone che, una volta entrate nella tua orbita, periodicamente comprano da te – questo è fondamentale per la sostenibilità di ogni business.

7) Il «business forense» purtroppo difetta in larga parte del requisito della ricorrenza: questo lo rende più arduo di altri.

8) Per vendere devi fare marketing. Per fare marketing devi fare leadgeneration. Per fare lead generation devi creare dei contenuti: blog post, puntate di podcast, video, altro (contentmarketing).

9) Questa catena, che sembra la fiera dell’Est, é l’unica che funziona. Ti spiegherò meglio in un prossimo post, adesso l’importante è che inizi a produrre contenuti in cui parli del tuo lavoro, come lo fai tu in modo diverso dai tuoi concorrenti e per quali motivi le persone dovrebbero comprare da te piuttosto che dagli altri.

10) Se non hai voglia di parlare del tuo lavoro, di come lo fai, dei «trucchetti» per affrontarlo meglio, allora vuol dire che il tuo lavoro non ti piace e dovresti seriamente considerare di cambiarlo. Non scherzo su questo, pensaci molto bene perché è molto
significativo.

(l’eventuale condivisione é sempre gradita…)

I tre pilastri del mio coaching per avvocati.

Fare l’avvocato é bellissimo si base su tre macro aree di intervento: marketing, tecnologia, counseling.

Oggi ti parlo del primo, con successivi post vedremo gli altri due.

Il marketing è la cosa che gli avvocati non pensano, non conoscono e non fanno, ma di cui invece hanno assoluto bisogno se non vogliono chiudere per sempre.

Nessun ente, di nessun genere, anche non lucrativo, come ad esempio la Chiesa cattolica, può sopravvivere se non fa leadgeneration o generazione di prospetti, se non fa, in altri termini, attività che stimolino e portino parte del grande pubblico, nel momento in cui si imbatte in determinati problemi della vita, a rivolgersi a lui (posizionamento).

Gli avvocati non vogliono fare marketing perché in fondo sono in costante burn-out, come ti dirò meglio al terzo punto, e quindi spesso l’ultima cosa che desiderano é altro lavoro, essendo già seppelliti da quel poco che hanno.

Però voglio darti una notizia a riguardo: se il tuo mindset é sempre questo, devi cambiare mestiere al più presto.

Vai a fare il dipendente da qualche parte.

Dico davvero.

Se non hai il desiderio di vedere aumentare sempre più il tuo lavoro, trovando man mano i sistemi più adeguati per smaltirlo, non puoi fare l’imprenditore o il libero professionista.

Te lo ridico: maledire, anche sotto sotto o velatamente, l’abbondanza di lavoro é radicalmente incompatibile con questo mestiere.

Se sei in questa situazione e non mostri segno di volerne uscire, hai sbagliato ad aprire uno studio professionale: chiudilo appena puoi facendo meno danni possibile e vai a lavorare ad ore per qualcun altro.

Se invece senti la gratitudine per quel poco o tanto lavoro che hai ed aspiri, legittimamente, ad averne altro, lo strumento é quello del marketing, tramite i canali attivabili in un contesto forense, compatibili con la deontologia e il decoro che devono comunque essere conservati.

Da questo punto di vista, gli spazi sono letteralmente enormi.

I miei studenti del coaching già dopo due o tre sedute migliorano nettamente la loro comunicazione e l’efficacia di tutto quello che fanno perché davvero ci sono poche cose da fare che, se praticate con consapevolezza, fanno la differenza sin da subito.

Nessun avvocato, ad esempio, chiede le recensioni, che sono invece fondamentali e un grande investimento.

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Fare l’avvocato é bellissimo.

Stai creando contenuti o pettini ancora le bambole?

Una puntata molto bella dal podcast «marketing semplice», che consiglio comunque di seguire, che riassume con puntualità le principali modalità di contentmarketing e la loro importanza al momento attuale.

Totalmente in linea con quello che consiglio da anni nella mia lawacademy: avere un blog come hub di tutte le tue attività di creazione contenuti, usando poi i social per generare contatti verso per lo più il blog stesso, che é l’unico strumento che rimane sempre tuo.

Ricordati che creare contenuti é fondamentale e irrinunciabile per qualsiasi attività, ente, organizzazione, avvocati compresi: se non parli del tuo lavoro, significa che il tuo lavoro non ti piace.

E se il tuo lavoro non ti piace, nessuno vedrà mai facilmente un motivo per comprare da te.

Il lavoro, ovviamente, fa schifo a tutti: molto meglio restare a letto o andare in spiaggia.

La differenza la fa chi riesce a trovarci quei pochi o tanti lati positivi che ci sono (cerca con Google il mio vecchio post «fare l’avvocato é bellissimo», ad esempio)

https://bit.ly/3Eec2P6

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